Non aprite quella mail

Non aprite quella mail

4 mag 2021, 07:37:13 UTC
cybersicurezzza

Quanto ci costa la cyber-insicurezza? Una cifra difficile da misurare, ma guardando alle statistiche più attendibili offerte dagli osservatori pubblici e privati possiamo stimare che nel 2020 l'Italia abbia sostenuto perdite che si aggirano intorno ai 10 miliardi di euro. Probabilmente di più. Un ammontare comparabile alla spesa che lo Stato sostiene ogni anno per l'ordine pubblico, o il triplo di quanto investe in ricerca e innovazione. Numeri importanti che preoccupano ancora di più se pensiamo che dal 2012 ad oggi si registra una crescita complessiva del 47%.

Ed è quindi con grande stupore e amarezza che riscontriamo un impegno decisamente sotto organico nel PNRR dedicato alla Cybersicurezza: appena 620 milioni di euro, poco più dell'1% del budget destinato alla Digitalizzazione. Certo, ad un primo impatto potrebbe sembrare uno dei tanti commenti da "coperta corta" sul budget stanziato, ma la questione è un po' più complessa di così. Ed anche molto più pericolosa.

L'enorme sforzo che l'Italia e gli italiani hanno dovuto intraprendere per digitalizzarsi in piena pandemia dovrebbe essere il primo segnale d'allarme per una malattia che conosciamo molto bene: la scarsa alfabetizzazione digitale. Non solo delle persone, ma anche delle imprese e della Pubblica Amministrazione. E la conferma arriva dal DESI, "Digital Economy and Society Index", l'indice della Commissione Europea che ogni anno misura le capacità digitali degli Stati membri. Qual è il risultato? Tralasciando una posizione da fanalino di coda tra i 27, ciò che colpisce è la differenza con la media europea, che si attesta spesso attorno ai 10/15 punti percentuali nei diversi indicatori misurati; un gap importante e assolutamente ingiustificato considerando la grandezza dell'economia italiana e il ruolo centrale che ricopre nella macchina produttiva europea.

Questi dati non fanno altro che confermare la necessità di un forte investimento nella Trasformazione Digitale, nell'Educazione Civica Digitale e nel sostegno per l'innovazione delle PMI, tutti (o quasi) strumenti che sono fortunatamente confermati nel PNRR presentato settimana scorsa. E questo è un bene. Ma come potrà un Paese in deficit digitale sperare di vincere la sfida della modernità se non protegge la sua Pubblica Amministrazione, se non perfeziona la sua capacità di prevenzione, se non contrasta attivamente il Cybercrimine? Stiamo rischiando di intraprendere un percorso lungo e difficile verso la società del futuro senza dotarci delle precauzioni necessarie, esponendo l'intera nazione a pericoli in costante aumento che potrebbero seriamente minare la nostra capacità di crescita.

Nessuno si sognerebbe di intraprendere un cammino di centinaia di chilometri indossando delle semplici pantofole.

Siamo ancora in tempo per correggere il tiro, ma è necessario agire in fretta: se 10 anni fa la Cybersicurezza era un concetto per pochi addetti ai lavori, nei prossimi 10 anni diventerà una sfida di portata globale. Abbiamo bisogno di scarpe adatte per affrontare il viaggio.