ARTISTI PER PATRICK

#Art4Patrick

I diritti umani, i diritti civili non hanno uno Stato
Non hanno una religione.
Non hanno un colore. Non hanno un partito.
Patrick è per noi il simbolo di tutti gli attivisti perseguitati per le loro idee di libertà e di uguaglianza.
Non va lasciato solo, non va dimenticato.

Patrick Zaki, studente dell'Università di Bologna, ricercatore e attivista per i diritti umani, il 7 febbraio è stato arrestato all'aeroporto del Cairo.
E’ stata ordinata la sua detenzione preventiva in attesa di indagini su accuse tra cui “diffusione di notizie false”, “incitamento alla protesta” e “istigazione al terrorismo’.
Patrick Zaki è oggi detenuto esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le sue idee di libertà e di uguaglianza.

La voce di Patrick è la voce della lotta per i diritti umani nel mondo.
Ora, Patrick non può farsi sentire, ma noi vogliamo gridare per lui.
Tramite l’arte possiamo essere noi la sua voce.
Per questo chiediamo il vostro aiuto nel supportare la campagna
“Artisti per Patrick”
Vi chiediamo di realizzare un’opera, in pittura, disegno, grafica, musica, poesia, parole. Può essere il suo ritratto, un simbolo o qualcosa che porti avanti questo messaggio.
Tutto è importante per tenere alta l’attenzione su di lui e per ottenere la sua scarcerazione.

Condividi la tua opera sui tuoi profili social e nella pagina dedicata a alla campagna con gli hashtag #freePatrick #art4Patrick

La campagna ARTISTI PER PATRICK è supportata da

Vuoi supportare la campagna? Scrivici ad artistiperpatrick@volteuropa.com

ABOUT PATRICK

Patrick Zacki, studente dell'Università di Bologna, ricercatore e attivista per i diritti umani, il 7 febbraio è stato arrestato all'aeroporto del Cairo. Sulla base di quanto riferito dai suoi avvocati, gli agenti dell’Agenzia di sicurezza nazionale, è stato bendato e ammanettato per 17 ore durante il suo primo interrogatorio all’aeroporto.
I pubblici ministeri di Mansoura hanno ordinato la detenzione preventiva, in attesa di indagini su accuse come quelle di  “diffusione di notizie false”, “incitamento alla protesta” e “istigazione alla violenza e ai crimini terroristici”.
Il 5 marzo è stato trasferito nella prigione di Tora, al Cairo. Nello stesso giorno, la Commissione Diritti Umani del Senato ha ascoltato l’ambasciatore italiano al Cairo che ha garantito il massimo impegno sul caso, a partire dal presidio alle udienze passate e in quella fissata per il 7 marzo.
A causa della diffusione del Covid-19 anche in Egitto, la nuova udienza sul suo caso continua ad essere rimandata dalla Procura egiziana.
A fine agosto,  dopo 5 mesi di carcere, a Patrick è stato concesso di vedere sua madre.
La situazione a cui è costretto Patrick è resa ancora più delicata dalla diffusione del Covid-19 all’interno delle carceri egiziane e in quella in cui è detenuto. Le udienze continuano ad essere rinviare e ad oggi il governo egiziano non sembra intenzionato a concedere a Patrick la possibilità di essere rilasciato.